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Past President del Rotary Club Milano San Babila

A fine giugno si è conclusa la mia esperienza, durata un anno come da statuto, da Presidente del Rotary Club Milano San Babila, incarico che ho ricoperto con orgoglio per l’anno sociale 2020/2021, purtroppo segnato dall’emergenza sanitaria che ci ha impedito di vederci “in presenza”. Il nostro lavoro non si è però fermato e le nostre conviviali, così come le altre riunioni di Club, sono continuate in rete, con video conferenze che hanno visto la partecipazione di personalità importanti che ho avuto il piacere di ospitare all’insegna del mio programma Dietro le quinte.

Una chiave per approfondire e condividere le mie passioni: musica, teatro, arte, cultura, sport visto non dalla parte dello spettatore ma dal punto di vista di chi vi lavora e opera. Ma abbiamo parlato anche di fotografia, giornalismo e sostegno ai più deboli, argomento di primo piano per questo sodalizio in cui mi ritrovo da anni: con tanti amici tesi al bene comune secondo gli ideali rotariani che vedono le migliori personalità della società impegnarsi nell’aiuto alle situazioni di fragilità e nel sostegno a progetti innovativi e meritevoli.

 

In occasione del passaggio ufficiale delle consegne, al mio successore Stefano Devecchi Bellini, cui faccio un grande augurio di buon lavoro, ci siamo ritrovati (più di cento invitati…) nel cortile di palazzo Turati, nella centralissima via Meravigli a Milano.

Oltre agli amici del Rotary Club San Babila, di altri club milanesi e dei giovani del Rotaract, ho così avuto modo di ospitare, alla cena d’onore magnificamente apparecchiata dall’amica rotariana Mariella, proprio i relatori delle serate “a distanza” che hanno segnato la mia presidenza nelle conviviali del martedì, forzatamente online per via delle ristrettezze imposte dall’emergenza sanitaria, all’insegna del programma “Dietro le quinte” del mondo dell’arte, della cultura, della musica e della letteratura.

Franco Mussida, storico chitarrista della Pfm e presidente del Cpm, il Centro Professione Musica di Milano, la fotografa Emanuela Balbini, il “collega” Claudio Argentiero presidente dell’Afi, l’Archivio Fotografico Italiano, la curatrice di mostre d’arte Elena Lissoni, Anna Sala di Azucena, la grafologa Candida Livatino, l’avv. Elda Panniello, esperta nel diritto di famiglia.

 

 

Tra le Paul Harris Fellow (prestigioso riconoscimento rotariano in onore del fondatore) distribuite, spiccano quelle ai miei amici giurati del Premio Koliqi, con cui si è instaurato da anni un piacevolissimo rapporto che è prima di tutto di amicizia: il baritono Roberto De Candia, il musicista e didatta Loris Peverada, l’agente d’opera Markus Laska e il regista teatrale Gianmaria Aliverta.

 

 

Emanuela Balbini al Rotary MIlano San Babila

Appunti per un’esistenza, la mia

Milano – La sera di martedì 28 ottobre, alla conviviale del Rotary Club Milano San Babila – purtroppo via zoom per le restrizioni indotte dall’emergenza sanitaria – ho avuto il piacere di ospitare la fotografa magentina Emanuela Balbini, che ha offerto un interessante excursus sull’arte della fotografia e sulla sua sensibilità nell’interpretarla.

Nel raccontare il suo percorso, che consta di molteplici stazioni, Emanuela (mia cara amica da anni) è partita dall’esperienza in quella che una volta si chiamava Jugoslavia, dalle rovine nei dintorni di Zara, anno 1993.

Affermando che “La foto è la rappresentazione prima di tutto di se stessi” non per niente ama definire il suo lavoro Appunti per un’esistenza, la mia e questo reportage Sotto il cielo di Zadar (Zara) “riprende ambienti che mi hanno lasciato un segno forte, impressionata dall’aspetto spettrale del paesaggio” ben reso da un inquietante bianco e nero.

Il passaggio a un altro importante segmento della sua attività, quello dei Ritratti, ci ha dato modo di rivedere Thierry Rabotin, lo stilista “parabiaghese”, purtroppo scomparso, con le sue creazioni. Ma in questa gallery ci sono anche Wim Wenders e altri personaggi che si sono fatti conoscere in vari ambiti. I suoi lavori sono infatti apparsi su importanti testate tra cui Sport Week, Class e Vanity Fair.

A proposito di collaborazioni giornalistiche, dice Balbini “Cerco di capire innanzitutto che tipo di lavoro si deve fare, in base alle indicazioni del photoeditor. Di documentarmi al meglio per conoscere chi sia la persona che mi viene proposta. Devo capire cosa si intenda rappresentare, anche in base ai canoni del committente, per comprendere cosa si debba raccontare. Insomma, fare un piccolo racconto anche con poche immagini.”

Quel che mi ha colpito nelle tante immagini scorse nella serata in diretta dal suo sito, è l’appassionata attenzione con cui scava nelle persone che si trova davanti, esponendo corpi che in realtà vogliono gridare silenziosamente anime, senza mai confonderle in una folla anonima, per “Cogliere all’improvviso quel momento di intimità che si viene a creare”. Lo stesso nel paesaggio, dove la natura è incontaminata da presenza umane, come ha insegnato il grande Luigi Ghirri, non a caso citato in una delle domande poste a fine serata.

Ho chiuso la “conviviale” ringraziando Emanuela e invitando al prossimo appuntamento (martedì 3 novembre, ore 20), sempre via Zoom, con Elena Lissoni che parlerà sul tema Dall’idea alla produzione. Come nasce una mostra. La prof.ssa Lissoni sta lavorando a Legnano per preparare la mostra Un mondo in trasformazione con cui Fondazione Ticino Olona intende dare seguito alla precedente Il dialogo infinito con la natura che tanto successo ha riscosso al Leone Da Perego dal dicembre 2017 a marzo 2018.

Emanuela Balbini
Nasce a Magenta il 15 aprile 1969. Fotografa dal 1993, vive e lavora a Milano.
Nel corso del tempo ha collaborato con diversi magazine come Vanity Fair, Io Donna, Class, Sport Week in qualità di ritrattista, alternando lavori commerciali e di ricerca.
Ha collaborato con Associazioni No profit concentrando la sua attenzione sulla fotografia di ritratto.
La centralità del suo lavoro è la figura umana, dal ritratto posato a quello ambientato e soprattutto ricerca sul paesaggio.
Dal 2008 lavora al progetto Mare-Maris, una lettura fotografica alla riscoperta del silenzioso paesaggio italiano, focalizzata sui litorali.
Nel 2013 nasce il progetto Uno:Uno, per l’esatto rapporto di proporzione interamente realizzato con uno scanner, e nel 2015 realizza Senex un intenso lavoro di ritratto in bianco e nero indagando la fragilità della vecchiaia.
Nel 2017 ha esposto al festival della fotografia etica un lavoro sulla chirurgia estetica Il giorno dopo.
www.emanuelabalbini.com

 

Franco Mussida e il pianeta della musica

Al Rotary Club Milano San Babila un grande musicista, compositore, artista e ricercatore

Milano – La sera di martedì 29 settembre, nella tradizionale conviviale del Rotary Club Milano San Babila, ospite Franco Mussida: l’eclettico artista si è intrattenuto con soci e amici del sodalizio per presentare il suo libro Il pianeta della musica, ma ha arricchito la sua narrazione con storie e aneddoti riguardanti i tanti anni trascorsi con la Premiata Forneria Marconi e quelli con Fabrizio De André, con particolare riferimento al recente film-documentario Il concerto ritrovato che, con la regia di Walter Veltroni, ripropone lo storico filmato del concerto di Genova del 3 gennaio 1979, recentemente “venuto alla luce” dopo essere stato custodito per oltre quarant’anni dal regista Piero Frattari.

Ascoltare Franco, anche senza la magica chitarra (c’erano le diapositive coi suoi quadri e sculture e non mancavano certo gli ascolti…), è sempre un’esperienza che arricchisce. Con le sue doti affabulatorie ha ammaliato un pubblico che, nelle domande finali, ha voluto sapere altre cose del lungo percorso di vita e di artista del chitarrista milanese, da anni impegnato, oltre che col Cpm (Centro Professione Musica) da lui fondato e diretto, anche con i detenuti di diverse carceri italiane.

Una serata impreziosita da una bella sorpresa
Ho portato con me il vinile dell’album Suonare suonare (del 1980) da cui ho scelto il brano Topolino da far ascoltare ai presenti, con cui ho voluto condividere le emozioni che suscitava in me allora e ancora adesso. Ebbene, proprio nella stessa occasione, Mussida ha presentato per la prima volta una sua foto da bambino in cui imbracciava la chitarra, in pratica quello di cui si parlava nel brano di cui sopra, ovvero delle problematiche tra adolescenti e genitori. Coincidenza senz’altro piacevole che ha rivelato un’inaspettata sintonia.

Finale con applausi e firma delle copie del libro (edito da Salani), il cui ricavato sarà devoluto a sostegno dei progetti di Grande Ale, la onlus che “aiuta i bambini malati a sognare un futuro più felice”, con lo scopo di supportare la ricerca scientifica, prevalentemente nel campo delle leucemie infantili, e di promuovere l’assistenza sociale e socio-sanitaria dei piccoli sofferenti.

A Franco Mussida ho regalato una copia del graphic novel Miles Davis. Assolo a fumetti, di Lucio Ruvidotti, il giovane fumettista milanese ospite del club la settimana precedente, nell’ambito del programma Dietro le quinte, che tocca le tante stazioni delle varie discipline artistiche e culturali. Un bouquet alla signora, Loredana Pezzoni, che accompagna il marito, nelle molteplici esperienze, da più di cinquant’anni!

Ringrazio l’amico, e rotariano, Giorgio Osculati per le foto.

Franco Mussida… dietro le quinte del rock e oltre

Martedì 29 settembre, alla conviviale del Rotary Club Milano San Babila, sarà ospite Franco Mussida, artista eclettico con cui avremo il piacere di parlare del suo lungo percorso artistico visto da “dietro le quinte”.

Franco Mussida nasce a Milano nel 1947. È musicista, compositore, artista e ricercatore che opera nell’ambito del rapporto tra Musica ed emozioni. È noto per essere tra i fondatori della Premiata Forneria Marconi di cui ha firmato i più importanti brani. Dal 1984, anno in cui concorre a fondare il Cpm Music Institute di Milano, lavora e studia i poteri emotivi ed evocativi della Musica sulla persona. Lo fa dal 1988 in luoghi di disagio sociale e attraverso progetti come CO2, supportato da un comitato scientifico a livello universitario, dal Ministero della Giustizia e dalla Siae. Si tratta di laboratori di formazione in contesti carcerari e audioteche di Musica strumentale di tutti i generi ed etnie, divise per stati d’animo, oggi presenti in una rete che comprende tanti istituti di pena italiani.
I risultati di osservazioni, elaborazione dei dati e delle esperienze di 35 anni di lavoro, lo portano a inquadrare una strada che vede la Musica come un elemento sacro ancora tutto da scoprire. Osservazioni e studi sono riassunti in opere artistiche, installazioni visive, e in diversi suoi libri tra cui La Musica Ignorata (Skira, 2013), Le Chiavi nascoste della Musica (Skira, 2013).
Nel mese di maggio del 2019 esce Il pianeta della musica (Salani editore), un libro per ascoltatori e musicisti, appassionati di qualsiasi genere e forma musicale, perché sentire musica aiuta a cambiarci intimamente e, di conseguenza, a cambiare il mondo. Quali sono le trasformazioni che la Musica innesca nella vita interiore e affettiva di un essere umano? Quali sono i rischi di un uso improprio di quest’arte? Rispondere a questi quesiti costringe il lettore a mettere in discussione assunti acclarati e ad aprirsi a nuove dimensioni di ragionamento. E Franco Mussida è il maestro che ci accompagna in questo viaggio.

Fabrizio De André & Pfm il concerto ritrovato
Il filmato restaurato del concerto è il fulcro del docufilm (con la regia di Walter Veltroni), presentato da Sky Arte il 2 settembre in prima serata. La pellicola rievoca l’atmosfera di quel 3 gennaio 1979, le emozioni provate, il dietro le quinte e la magia di un’esperienza mai più replicata anche grazie ai racconti di chi quei momenti li ha vissuti in prima persona: dai componenti della Pfm (Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida e Flavio Premoli), dalla compagna di De André, Dori Ghezzi, fino gli studiosi Piero Frattari e Guido Harari e il cantautore David Riondino, che in quel periodo apriva i concerti della tournée.
Il live di Genova riporta alla memoria le suggestioni di un’epoca di grandi trasformazioni sociali e fermenti ideologici, di tantissima energia creativa che proprio nella musica trovò l’espressione più dirompente e innovativa. Il film ricostruisce quell’epoca indimenticabile che ha segnato un momento storico, l’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo, partendo soprattutto dalla ritrovata registrazione video completa del concerto di Genova, documento straordinario visto che si tratta delle uniche immagini di quella tournée

Sullo sfondo del Duomo inizia un nuovo cammino

15 settembre 2020 Passaggio di consegne

Milano – La sera del 15 settembre 2020 segna per me un passaggio importante, con l’investitura “ufficiale” a presidente del Rotary Club Milano San Babila, in una delle prime conviviali non più in streaming ma in una più piacevole realtà condivisa nell’incontro, pur nel rispetto delle norme dettate dall’emergenza sanitaria.

La stessa location, gli splendidi spazi di Regus, la cui terrazza affaccia sulla mirabile visione della piazza e delle guglie del Duomo di Milano, una cornice incantevole, impreziosita dal tramonto al calare della sera, che serbo nel cuore quale auspicio di buon lavoro per quel che mi aspetta nel prossimo anno rotariano alla guida dell’importante sodalizio ambrosiano.

Dopo i ringraziamenti al past president Riccardo Costa – che a sua volta ha consegnato attestati di riconoscimento a chi ha collaborato ai lavori del suo mandato – ha preso il via la celebrazione ufficiale del Passaggio delle Consegne.

Nella mia nuova veste di Presidente, ho salutato gli amici presenti e i tanti ospiti – tra cui i relatori delle serate “a distanza” – e i giovani del nostro Rotaract, la cui presenza è sempre graditissima, segno di continuità, crescita e rinnovamento dei nostri ideali e dei nostri progetti.

Come già annunciato, ho presentato il principio ispiratore del mio percorso, che si snoderà Dietro le quinte della musica, dell’arte, dello spettacolo: per scoprirne i segreti all’insegna della bellezza, dell’arte, dell’amicizia.

Da appassionato quale sono, non mancherà nel programma una particolare attenzione per la musica, che già in questa serata abbiamo voluto onorare con la sonata Al chiaro di luna eseguita al pianoforte dall’amico e maestro Loris Peverada, sempre al mio fianco non solo nei momenti di felicità ma anche in quelli più duri e complicati che spesso la vita ci riserva.

 

Il baritono Roberto De Candia al Rotary Milano San Babila

Un affascinante viaggio dietro le quinte della lirica e del bel canto

Nel mio anno da Presidente del Rotary Club Milano San Babila, secondo incontro del programma “Dietro le quinte”, percorso tra personaggi e storie della musica, dell’arte, dello sport e della cultura. Titolo della serata: Il cantante lirico, dentro e oltre la scena.
La musica è tra le mie passioni più grandi, e Roberto De Candia – famosissimo cantante lirico – è un carissimo amico e membro della giuria del Premio Koliqi per giovani voci. Con lui parleremo di cosa vuol dire sognare, lavorare e progettare nell’affascinante mondo dell’opera. Dalla voce ai personaggi, ai costumi, al duro lavoro che sta dietro alla messa in scena di un’opera lirica.

Sollecitato dalle domande del musicista Loris Peverada, De Candia ha incantato i partecipanti alla videoconferenza raccontando il cammino della sua carriera, i luoghi visitati (i più famosi teatri del mondo…) e le tante personalità incontrate, con vizi e virtù, retroscena e qualche invidia succedutesi lungo la pluriennale carriera, toccando inevitabilmente la situazione determinata dalla pandemia che ha tenuto chiuso le sale da concerto e i teatri per mesi. E’ stato bello vedere – nei due video che hanno aperto e chiuso la serata – due momenti importanti tra le sue esperienze di scena: giovanissimo a fianco di “Big” Luciano Pavarotti nell’Elisir d’amore di Donizetti e nel ruolo di Figaro nel Barbiere di Rossini. Soffermandosi però maggiormente sulla figura di Falstaff, un ruolo verdiano che ha contribuito ad accrescerne la fama in tutto il mondo.

ROBERTO DE CANDIA – Baritono
Dopo aver iniziato gli studi come violoncellista, Roberto de Candia ha studiato canto sotto la guida di Lajos Kozma e Sesto Bruscantini. Vincitore del Concorso Internazionale “A. Belli” di Spoleto nel 1990, ha compiuto subito due prestigiosi debutti, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma (Messa di Gloria di Puccini) e al Teatro Regio di Parma (Manon).
Le sue doti di raffinato interprete e musicista lo avviano in breve a una fortunata carriera internazionale che l’ha condotto sui palcoscenici delle maggiori istituzioni musicali del mondo, inclusi Teatro alla Scala, Covent Garden Londra, Metropolitan Opera, Wiener Staatsoper, Festival di Salisburgo, Glyndebourne Festival, Opéra Comique di Parigi, New National Theatre di Tokyo, Opernhaus di Zurigo, Deutsche Oper Berlin, Bayerische Staatsoper di Monaco, La Monnaie di Bruxelles, Maggio Musicale Fiorentino, Rossini Opera Festival di Pesaro e tutti i maggiori teatri d’opera italiani.
Nel corso della sua carriera ha avuto modo di collaborare con i più grandi direttori, fra i quali Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung, John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Zubin Mehta, Riccardo Muti e Giuseppe Sinopoli.
Ospite regolare del Teatro alla Scala, vi ha debuttato nella stagione 1996 in Armide di Gluck (Ubalde). In seguito ha preso parte a numerose altre produzioni, fra le quali Il turco in Italia (Prosdocimo), Linda di Chamounix (Antonio), Manon Lescaut (Lescaut), La forza del destino (Melitone, diretto da Riccardo Muti), Il barbiere di Siviglia (Figaro), L’elisir d’amore (Belcore), L’Italiana in Algeri (Taddeo) e Il dissoluto assolto (Leporello).
Dopo il debutto al Metropolitan nel 1998 con Manon (Lescaut) di Massenet, vi è stato invitato nuovamente per interpretare La cenerentola (Dandini), L’elisir d’amore (Belcore), La bohème (Marcello), Manon, L’italiana in Algeri (Taddeo) e Cyrano de Bergerac (Ragueneau) di Alfano, a fianco di Placido Domingo e, nel 2017, di Roberto Alagna.
Si è affermato come interprete di riferimento del ruolo di Falstaff, da lui portato in scena al Festival Verdi di Parma, al Teatro Real di Madrid, all’Opera di Roma, alla Semperoper di Dresda, alla Staatsoper di Amburgo, al NCPA di Pechino, a Bruxelles, a Los Angeles, a San Diego, a Helsinki, a Tokyo, al Teatro San Carlo di Napoli.
Fra i numerosi altri ruoli in repertorio, da ricordare Gianni Schicchi (ruolo titolo) alla Deutsche Oper di Berlino, alla Cincinnati Opera e a Helsinki, La traviata (Giorgio Germont) alla Staatsoper di Amburgo e alla Semperoper di Dresda; Il barbiere di Siviglia (Figaro) all’Opéra Comique di Parigi, al New National Theatre di Tokyo, alla Wiener Staatsoper; Don Giovanni (Leporello) al Maggio Musicale Fiorentino; L’elisir d’amore (Dulcamara) al Liceu di Barcellona, Un ballo in maschera (Renato) a Cagliari.
Particolarmente apprezzato come interprete rossiniano, Roberto de Candia ha debuttato al Rossini Opera Festival di Pesaro nel ruolo di Parmenione ne L’Occasione fa il ladro (1996) e negli anni successivi vi è ritornato per numerose produzioni, fra le quali Il signor Bruschino (Bruschino Padre), Adina, ovvero il Califfo di Bagdad, Il viaggio a Reims (Prudenzio), La Cenerentola (Dandini), Il turco in Italia (Prosdocimo), Le Comte Ory (Raimbaud).
La sua vasta discografia include Corradino di Galante, Saffo di Pacini, la Messa di Gloria di Mascagni, La cenerentola (ROF Edition), oltre a Il turco in Italia (vincitore del Gramophone Award) e La bohème, in entrambi i casi con la direzione di Riccardo Chailly per la Decca.

Impegni recenti: Pietro il Grande e Messa di Gloria al Festival Donizetti di Bergamo; La traviata al Teatro San Carlo di Napoli; Don Pasquale (ruolo titolo) alla Wiener Staatsoper; Falstaff al Teatro Real di Madrid; Il barbiere di Siviglia (Figaro) in tournée in Giappone e al Teatro Comunale di Bologna; L’elisir d’amore (Dulcamara) alla Den Norske Opera di Oslo; Falstaff al New National Theatre di Tokyo; Regio di Torino; Rigoletto (debutto nel ruolo) al Teatro Coccia di Novara.

Progetti futuri: Falstaff a Las Palmas; Die Zauberflöte (Papageno) al Teatro San Carlo di Napoli; Don Pasquale e Simon Boccanegra (Paolo Albiani) al Teatro Regio di Torino; Le Comte Ory con la Münchner Rundfunkorchester a Monaco di Baviera; Il barbiere di Siviglia a Savonlinna; Così fan tutte a Siviglia; La bohème (Marcello) al Liceu di Barcellona; L’elisir d’amore (Dulcamara) al NNT di Tokyo.